L’estate è stata caratterizzata dalle elevate temperature, ma anche per gli interventi del Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco e il potenziamento delle squadre AIB (Anti Incendi Boschivi), chiamati a fronteggiare situazioni difficili. Le richieste pervenute alla Sala Operativa sono state più di 1315, a causa dell’aridità dei suoli e delle scarse precipitazioni metoriche. Con il codice 301, riguardante gli incendi divampati nei boschi e nelle sterpaglie, i vigili del fuoco e le squadre AIB, in provincia Benevento, hanno operato tra innumerevoli emergenze, profondendo le migliori energie. Numerose le criticità localizzate nell’intero territorio sannita in particolare, nella Valle Telesina, soprattutto nei comuni di Faicchio, di San Salvatore Telesino, Guardia Sanframondi, San Lorenzo Maggiore e San Lupo, in alcune circostante le fiamme alimentante dal vento e dai focolai, hanno raggiunto le abitazioni, per salvaguardare l’incolumità delle famiglie sono stati previsti immediati piani di evacuazione. Neanche il monte Taburno è stato risparmiato dalle fiamme, la sua vegetazione è stata deturpata e annientata, basti pensare agli incendi divampati in Apollosa, in Cautano, in Tocco Caudio, in Vitulano. Dal 26 al al 29 agosto, in Foglianise, per l’incendio sviluppatosi sul monte San Michele, gli abitanti hanno vissuto momenti di panico, le lingue di fuoco si sono propagate all’antico casale del Leschito e successivamente in quello di Sirignano, fino a lambire gli appezzamenti terrieri, ricadenti nel comune di Vitulano. Un focolaio in località Mazzella, a ridosso del monte Caruso o di San Michele, che nel mattino del 26 agosto è già visibile, nel pomeriggio si estende inesorabilmente tra le sterpaglie aride fino ai boschi, l’incendio tocca l’eremo, giunge rapidamente alla sommità anteriore della croce e nella parte posteriore della montagna. Nonostante siano state informate le strutture regionali e la Protezione Civile, coordinata da Roberta Santaniello, l’arrivo del canadair con notevole ritardo non è riuscito a spegnere completamente il fuoco, che si è esteso nella notte alla pineta del Monte Caruso. Nelle fasi concitate e drammatiche, tuttavia, il comune di Vitulano ha fornito l’acqua per le autobotti dei vigili del fuoco, per evitare che l’incendio in Foglianise, potesse danneggiare ulteriormente la vegetazione. Le lingue di fuoco tra Vitulano e Torrecuso, sono state spente dall’acqua, rifornita dalle autobotti di Michelangelo Lombardi Costruzioni e dalla ditta Goil di Campoli Monte Taburno. L’aiuto vicendevole tra le comunità lambite dagli incendi sono pagine di storia locale da ricordare ai posteri. E’opportuno ripensare all’ambiente, che sovente è strumentalizzato dalle miopi scelte della politica, per calcoli elettoralistici, ma poi nessuna pianificazione per il territorio viene elaborata, al fine di valorizzare le bellezze naturalistiche. L’estate 2017, è da ricordare come l’annus horribilis, per gli incendi accesi, che hanno devastato inesorabilmente il Sud ed alcune regioni italiane con propensioni turistiche in espansione, riducendo la permanenza dei turisti nei luoghi di villeggiatura. La società civile è ancora imbrigliata nella crisi ecologica, con implicazioni culturali e incrostazioni non rimosse per una serie di fattori e per le numerose dinamiche nella vita dell’uomo, predominano gli interessi dei pochi a svantaggio della collettività e del bene comune. Il Santo Padre Francesco nell’enciclica Laudato Si’, promulgata il 24 maggio 2015, nella solennità di Pentecoste, lancia un grido d’allarme agli uomini per salvaguardare il pianeta. Il Sommo Pontefice pone già nelle prime pagine dell’enciclica il modello della ecologia integrale, riferita al Poverello d’Assisi, amante del Creato. Nella parte conclusiva del n. 11, il Vescovo di Roma sottolinea:<< Se noi ci accostiamo alla natura e all’ambiente senza apertura allo stupore e alla meraviglia, se non parliamo più il linguaggio della fraternità e della bellezza nella nostra relazione con il mondo, i nostri atteggiamenti saranno quelli del dominatore, del consumatore o del mero sfruttatore delle risorse naturali, incapace di porre un limite ai suoi interessi immediati>>. Il Papa conclude:<< Viceversa, se ci sentiamo intimamente uniti a tutto ciò che esiste, la sobrietà e la cura scaturiscono in maniera spontanea. La povertà e l’austerità di san Francesco non erano un ascetismo solamente esteriore, ma qualcosa di più radicale: una rinuncia a fare della realtà un mero oggetto di uso e di dominio>>.
Nicola Mastrocinque
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